LA CRITICA

 

 

Le trascendenze della materia  
di Paolo Levi
da "Monografia SIMON BENETTON" volume I Editoriale Giorgio Mondadori

 

SONO OPERE, a loro modo, sonore, fatte di intrecci sinfonici. Sculture che si rivolgono al cielo e in orizzontale tendendo a una propria infinitezza. Simon Benetton si rivolge con forza espressiva al ferro, ma dominandolo con il rispetto amorevole di un figlio nei confronti di chi lo ha generato. L'agire di questo ricercatore di materiali metallici ha una componente istintivamente febbrile, ma tenuta sotto fermo controllo. Già gli stessi titoli, applicati ad ogni singolo lavoro, rappresentano il calibrato annuncio di messaggi densi di significato, leggibili ben oltre l'apparenza della costruzione plastica che sempre, del resto, si sottrae alla totalità dello sguardo. Intorno a queste tridimensionalità, che si inseriscono dinamicamente nello spazio creando armonie rispondenti a una prospettiva spirituale, l'immanenza del porsi al suolo si coniuga con una lenta trascendenza verso il cielo. Ogni scultura poggia misteriosamente su una base solida, che appare del tutto fredda, e persino anonima.

Simon Benetton con l’opera “Forza del vento” realizzata 2007 Dimensioni h cm 100 x 90 x 60 Tecnica ferro

In Simon Benetton la genesi del costrutto non è certamente motivata da eventi accidentali, bensì da una sfida ogni volta rinnovata tra lui e la massa plastica, la quale deve svolgere la sua funzione significativa in una dimensione formale, unica e irripetibile. Tuttavia la presa di coscienza del nostro scultore nei confronti dell'opera si direbbe precisarsi poco per volta, mano a mano che si sviluppa la mutazione della materia attraverso i tagli e le fenditure impresse da una manualità febbrile.

Fonte di luce l’origine 2006 Dimensioni H cm 240 x 70 x 40 tecnica ferro e cristallo lavorato a scheggia.

Questo sapiente gioco sulle lame ferrose si sviluppa secondo le leggi ritmiche dell'alternanza fra pieni e vuoti, comunicando la sensazione visiva di una scrittura musicale.

Simon Benetton - Taglio con la fiamma ossidrica

Tutto questo non avverrebbe se Simon Benetton non avesse provato, sin dagli anni del suo apprendistato, la fascinazione nei confronti di una materia primordiale, e quindi la sensazione vincente di poterla piegare alla propria volontà con il fuoco, la sega, il martello e la lima, fino a renderla forma e significato.

La grande foglia. Macroscultura in acciaio cor-ten. Dimensioni H cm 960 x 350 x 280. Opera collocata a Cesena .

Per comprendere dunque appieno l'energia decisiva e solare di questo maestro bisogna soffermarsi a lungo nel suo atelier, che è operoso come quello di un faber antico, dove ferro e acciaio, ancora del tutto anonimi e informi, attendono scelte definitive di costrutto. Qui si comprende appieno l'apporto di una coscienza creativa capace di conciliare la freddezza statica della materia informe con il calore fervido dell'ispirazione. Piegando il ferro come un maestro antico, egli lo domina con la filosofia dell'artista del nostro tempo, anche se, in ogni caso, Simon Benetton va annoverato fra gli artisti della tradizione.

Simon Benetton
Lavoro in fucina

Egli non opera infatti con la volontà di chiudersi nella sperimentazione, ma con l'idealità di liberare, attraverso la poesia, una ricerca formale all'insegna della coerenza. Infine, a differenza delle avanguardie concettuali, dalle quali si tiene ben distante, Simon Benetton non esprime disagio alcuno nei confronti dell'uomo contemporaneo, bensì sembra affrontare il nostro presente con il pacato distacco di un umanista, e con una sostanziale fiducia nelle risorse della ragione. Colloquiando con Simon Benetton ci si avvede subito che, insieme ai motivi di una ricerca aliena da assilli esistenziali, affiorano problematiche e sollecitazioni nei confronti del rapporto dialettico tra astrazione e figurazione.

Da Viaggio Irrelato edizioni Biblioteca Cominiana 2005

Del resto è questo ancora oggi un nodo mai del tutto risolto, e ancora al centro del dibattito culturale sull'arte. È chiaro anche che egli ha una lontana ascendenza cubofuturista, comunque tutt'altro che confinabile nell'assimilazione delle modalità tipiche della linea-forza boccioniana. C'è comunque, in questi lavori di Simon Benetton, la colta tendenza di guardare con attenzione alle avanguardie europee dell'inizio del secolo scorso. Ma ci si accorge anche della presenza di una spinta istintuale alla base del suo mondo creativo, che si realizza in una serie di forme ritmiche e lineari puntate verso l'alto, le quali assumono indubbie valenze iconiche e persino significati sacrali.

Il Giardino dei filosofi.
Anno 1991.
Tecnica ferro ottonato cromato e argentato.
Dimensioni h cm 250 x 500 x 400.
Opera di collezione Museo d'arte Contemporanea Università di San Paolo del Brasile.

I lavori di Simon Benetton sono realizzati come parabole aperte, con tensioni e limpide contorsioni, fisicizzazioni arcane al di fuori del tempo e della storia. Si tratta di una realtà che guarda all'invisibile, che rimanda alla dualità tra immanenza e trascendenza, dove la ragione si sposa all'emozione. È quindi una ricerca che rimanda continuamente alla parzia lità del conoscibile, all'affermazione di valori che sublimano le strutture plastiche taglienti, traducendosi in una leggerezza tendente all'utopia della trasparenza. In ognuna di queste costruzioni di lamina nera si rigenera e si rinnova un patto fruttuoso tra energia e vaghezza, fra levità apparente e spessore sostanziale. Questo scultore di aperture e di rotture, di animazioni perfettibili, che partono da una cifra creativa immediatamente leggibile, non sembra interessato a rivelare se dietro tutto questo c'è un sogno utopico o un'ideologia, perché gli è sufficiente realizzare l'ineluttabilità del suo soggettivismo e la sintesi spaziale di una riflessione poetica.
Il lavoro di Simon Benetton non si perde in tormentate ricerche espressive o in moduli sentimentali.

Evento Puntuale.
Anno 1986/1987.Tecnica acciaio cor-ten.Dimensioni H cm 470x140. Collocata nella città di Lemgo - Germania.

Appare piuttosto, in queste sue opere, un'affermazione vitale, un'energia luminosa che corrisponde alle esigenze descrittive di uno spazio interiore. Gli si deve dare atto di avere saputo reagire a tutte le sirene dell'arte contemporanea, con una scultura che proclama visivamente la libertà dello spirito.

Crescenti vibrazioni.
Anno 2007. Tecnica acciaio . dimensioni h cm63 x 26 cm opera di collezione Museo del Cenedese a Vittorio Veneto

Non va dimenticato che egli è soprattutto autore di una ricerca espressiva derivata in modo lampante dal suo accostarsi all'astrattismo lirico. Ma detto questo, il discorso su di lui è appena incominciato: in queste sculture che animano lo spazio in modo singolare e felicemente animato c'è sempre - ed è proprio il caso di sottolinearlo - il senso del sublime, e la capacità di riportare a un equilibrio sapiente le linee di energia che incidono lo spazio di una narrazione astratta. Entrare nelle sue sculture, partecipando al loro moto ascensionale, è come aggirarsi in un mondo mutevole e popolato di presenze infere, sconcertanti, preponderanti, ma morbidamente espressive. Così, una materia antica e ardua che, per sua natura, evoca inevitabilmente la durezza del maglio e la brutalità della fiamma, si tramuta in volatilità, in freschezza aerea.

Entità fulgente  2006 Tecnica acciaio e cristallo lavorato a scheggia. Dimensioni h cm 110 x 50.

Artista solitario e singolare, Simon Benetton vive e opera per una scultura da ambientare nel paesaggio, o come struttura urbana di completamento estetico.

Simon Benetton
al taglio

Tra l'autore e queste forme primarie si sviluppa un agire meditato e colloquiale, che prelude alla conoscenza amorosa di un macrocosmo ordinato, ma densamente popolato di forme arcane. Ogni realizzazione scultorea diventa quindi un messaggio a sé stante, mai ripetitivo, ma sempre stilisticamente coerente.

Gruppo Anno 1970 Tecnica ferro forgiato. Dimensioni h cm 374 x 65. Collezione Comune di Lainate Milano.

Si potrebbe persino sostenere che la sua mano segue spontaneamente un guizzo improvviso, se non fosse che la materia in cui si esercita richiede ovviamente rigorose capacità di premeditazione e uno studio preliminare molto accurato. Artista libero, egli è, nel contempo, un liberatore di materiali di cui conosce così a fondo il linguaggio da riuscire a tradurlo in assoluta chiarezza e semplicità, senza per questo tradirne la natura nobile. Se l'arte attuale soffre di un eccesso di concettualità che rende inutile il senso poetico dell'espressione visiva, in questi lavori invece, Simon Benetton si fa messaggero di armonie insite o preesistenti nell'animo umano. Artista e artigiano, filosofo di forme che annullano il riconoscibile per sollecitare l'osservatore a una percezione visiva libera dalle convenzioni formali, Simon Benetton ha optato per una libertà creativa senza contrasti, che si concretizza in una verticalità pulsante e dinamica, ma perfettamente conclusiva nella sua unità formale.

Fonte di armonia  Parco sportivo di Ogasayama città di Aino Giappone.
Realizzata in occasione dei campionati mondiali di calcio korea Giappone del 2002.
Dimensioni H cm 500 x 800.Tecnica acciaio cor-ten.

E questo si direbbe accadere in modo sereno e liberatorio, attraverso l'apertura di ampi varchi nella materia scultorea, e mantenendo ferma l'attenzione a una forma netta e linearmente ben definita. Al centro della sua ricerca egli rinnova certe immagini sospese che solitamente sono attuate dalla pittura, e quindi come se avesse raccolto una sorta di sfida, alla quale ha risposto tracciando nell'aria i suoi disegni fatti di linee-forza plastiche e tridimensionali. Scultore astratto, ma nel contempo raffigurativo, egli è certamente entrato in contatto con le problematiche metafisiche connesse al rapporto fra presenza e assenza, senza per altro accantonare la forte carica passionale che appartiene alla sua natura, e quindi rischiando tutto se stesso nel rivelare i tratti più nascosti della sua spiritualità. Soprattutto nei suoi lavori più recenti, e quindi in quelli più maturi e meditati, dove prevale in modo definitivo la dominante della verticalità, si può cogliere la riflessione assorta di un artista che ha definitivamente trovato la misura dell'infinito e del silenzio.

Dike 1988. Tecnica Acciaio cor-ten. dimensioni h cm 650 x 240.



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